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Calvino

20 Gennaio 2015 , Scritto da Barbara Puccio

"Credo che i nostri meccanismi mentali elementari si ripetono dal paleolitico dei nostri padri cacciatori e raccoglitori attraverso tutte le culture della storia umana. la parola collega la traccia visibile alla cosa invisibile, alla cosa assente, alla cosa desiderata o temuta, come un fragile ponte di fortuna gettata sul vuoto.

Sulla leggerezza Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entità sottilissime: come i messaggi del DNA, gli impulsi dei neuroni, i qirks, i neutrini vaganti nello spazio dall'inizio dei tempi...

Poi, l'informatica. E' vero che il software non potrebbe esercitare i potere della sua leggerezza se non mediante la pesantezza del suo hardware, ma è il software che comanda, che agisce sul mondo esterno e sulle macchine, le quali esisotono solo in funzione del software, si evolvono in modo di elaborare programmi sempre più complessi. la seconda rivoluzione industriale si presenta come i bits d'informazione che corre sui circuiti sotto forma d'impulsi elettronici. le macchien di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bits senza peso.

Se volessi scegliere un simbolo augurale per l'affaciarsi al nuovo millenio, sceglierei questo: l'agile salto improvviso del poeta filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contine il segreto della leggerzza, mentre quella che molto credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva,scalpitante e robiante, appartine al regno della morte, come un cimitero d'automobili arrigginite.

l'idea del mondo come costituito d'atomi senza peso ci colpisc perché abbiamo esperienza del peso dell cose, così come non potremmo ammirare la leggerezza del linguaggio se non sapessimo ammirare anche il linguaggio dotato di peso. possiamo dire che due vocazioni opposte si contendono il campo della letteratura attraverso i secoli:l'una tende a fare del linguaggio un elemento senza peso, che aleggi sopra le cose come una nube, l'altra tende a comunicare al linguaggio lo spessore, la concretezza delle cose, dei corpi, dell sensaizoni.

Per esemplificare la leggerezza ecco tre accezioni differenti:

1) un alleggerimento del linguaggio per cui i significati vengono convogliati su un tessuto verbale senza peso, fino ad assumere la stessa rarefatta consistenza.

2)la narrazione di un ragionamento o d'un processo psicologico in cui agiscono elementi sottili e impercettibili, o qualunque descrizione che comporti un alto grado d'astrazione

3) un'immagine figurale di leggerezza che assuma un valore emblematico, come, nella novella di Bocaccio, Cavalcanti che volteggia nelle sue smilze gambe sopra la pietra tombale.

Sulla rapidità

Non voglio dire che la rapidità sia un valore in sé: il tempo narrativo può essere anche ritardante, o ciclico, o immobile. in ogni caso il racconto è un'operazione sulla durata, un incantesimo che agisce sullo scorrere del tempo, contraendolo o dilatandolo. in sicilia chi racconta le fiabe usa una formula:"lu cuntu nun metti tempu", "il racconto non mette tempo", quando vuole saltare dei passaggi o indicare un intervallo di mesi o di anni. la tecnica della narrazione orale nella tradizione popolare risponde a criteri di funzionalità:trascura i dettagli che non servono ma insiste sulle ripetizioni, per esempio quando la fiaba consiste in una serie d'ostacoli da superare. Il piacere infantile di ascoltare storie sta anche nell'attesa di ciò che si ripete: situaziuoni, frasi, formule.

la prima caratteristica del folktale è l'economia espressiva; le peripezie più straordinarie sono raccontate tenendo conto solo dell'essenziale; c'è sempre una battaglia contro il tempo, contro gli ostacoli che impediscono o ritardano il compimento d'un desiderio o il ristabilimento d'un bene perduto.

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