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Equilibrio emotivo. La via verso la saggezza.

27 Maggio 2011 , Scritto da admin Con tag #Articoli

 

Equilibrio, quindi. Parola interessante.

 

L’etimologia della parola equilibrio,ripresa dalla Treccani,è la seguente:  dal lat. aequilibrium, comp. di aequus «uguale» e libra «bilancia». Stato di quiete di un corpo. Più in generale, condizione per la quale un corpo  sta fermo per un compensarsi delle azioni che su di esso si esercitano, o, anche muovendosi, conserva un suo determinato assetto.

 

 Già dalla definizione, notiamo una caratteristica interessante dell’equilibrio: la stabilità.

 

In effetti se non c’è stabilità, la definizione di equilibrio viene sempre accompagnata da diversi aggettivi,che lo trasformano in qualcos’altro. Quindi per sentirci in equilibrio dobbiamo sentirci stabili, nessun componente deve variare in alcun modo.

 

Ma in tutta sincerità: è sempre possibile rimanere in equilibrio? O piuttosto tentiamo di farlo?Che cosa significa mantenere un equilibrio stabile?

 

Al di là delle ovvie considerazioni, affermare che siamo costantemente alla ricerca continua di un equilibrio, di qualcosa che ci faccia sentire saldi, di avere una ruota di scorta emozionale come àncora della tranquillità non è così scontato, come potrebbe sembrare.

 

 Ho imparato che i punti interrogativi ti rendono la vita interessante. Le domande sono importanti perché ti inducono alla riflessione, primo passo fondamentale per stabilire un equilibrio interiore, emotivo.

 

Emozione, parola interessante. Emotivo, aggettivo dalle implicazioni controverse.

 

 Il termine emozione deriva dal latino "ex-moveo", che significa 'muovere-fuori, uscire, sgorgare': l'etimologia della parola richiama quindi ad un movimento.

 

 Secondo Darwin, nel suo libro “L’espressione dell’emozione nell’animale e nell’uomo”,afferma che le emozioni sono un processo disponibile per l’essere umano per adattarsi continuamente all’ambiente in cui viviamo che, cambiando continuamente, ci sottopone a continue sollecitazioni. In un certo senso potremmo affermare che grazie alle emozioni noi disponiamo di uno strumento flessibile per il continuo aggiustamento e adattamento agli stimoli e alle sollecitazioni ambientali nel corso della nostra vita quotidiana.

 

L'essere umano infatti non si limita a provare emozioni ma, entro certi limiti, "regola" le proprie 'emozioni selezionando gli eventi stimolo; modulando la valutazione cognitiva degli eventi e delle proprie risposte; modulando le componenti della risposta emotiva.

 

Esistono quindi anche emozioni positive e negative. La vera differenza è proprio qui. La consapevolezza, la cognizione che abbiamo o percepiamo delle nostre emozioni.

 

Una cosa è sentirsi emozionato, quindi provare paura o timore; un’altra cosa è pensare le emozioni”. Racchiudere le emozioni provate in dato momento in schema cognitivo.

 

Dicevamo equilibrio emotivo. Già. Sembra quasi una formula magica, una sorta di alchimia.

A proposito di alchimia, Tara Bennet – Goleman, moglie del famoso psicologo Daniel Goleman, autore del noto bestlseller Intelligenza Emotiva, afferma che attraverso un processo meditativo da lei denominato "piena coscienza" è possibile vedere le cose così come sono nel momento presente,senza tentare di modificarle.

 

Ciò che può mutare, grazie alla piena coscienza,è il nostro modo di percepire i nostri stati mentali in cui veniamo a trovarci e quello di relazionarci ad essi.

 

L’alchimia emotiva – afferma la Bennet -  è un processo che ricorda un combattimento di judo: si tratta di considerare le esperienze come un percorso di trasformazione, mettendole al centro della piena coscienza. Invece di vedere l’agitazione e l’inquietudine come distrazioni, dobbiamo renderci conto che anche queste possono diventare oggetti di un’accurata osservazione.

 

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