Il potere della disobbedienza
Siamo circondati da tante realtà, da tante maschere che indossiamo. Ogni giorno ne usiamo diverse, probabilmente solo per nasconderci a noi stessi. Talvolta basta solo un episodio, un piccolo incidente di percorso in qualsiasi ambito della nostra vita a farci fermare un attimo, a riflettere.
Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un'unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso, diceva Arthur Golden.
E ci chiediamo sempre più spesso quanto siamo ancora liberi di pensare.Quanto ancora indossiamo la maschera del dovere essere, invece solo del nostro essere, ad accettarci e anzi ad incoraggiare la nostra unicità?
Forse la vera domanda è: quanto siamo abituati a fare i conti con la nostra originalità d’essere umano?
Igor Sibaldi, in questo intervento, Il potere della disobbedienza ci induce a riflettere sulla parola disobbedienza.
Come afferma Igor Sibaldi, siamo abituati a guardare il mondo a dover essere e non volere essere.
Siamo così stati abituati sin da piccoli ad omologarci, a dovere essere, ad uniformarci che abbiamo smarrito la voglia di noi stessi. Il dovere diventa lifting del pensiero. Quando utilizziamo il “devo”, anziché che cosa voglio, chi sono, che cosa desidero anneghiamo la nostra unicità nel mare del conformismo.
Chi è il disobbediente? Quanti di noi sono ancora disposti ad esserlo?
Il disobbediente è colui che non si omologa alle norme di pensiero o di etica condivisa. Il disobbediente è colui che si accorge della sua unicità e non vuole uniformarsi. Non sono solo gli artisti che possono essere assunti come icona del cambiamento,ma tutti coloro che hanno sostenuto, incoraggiato, vissuto e interpretato il cambiamento.
Disobbedienza significa recuperare praticare un atto individuale rivoluzionario. Uomini disobbedienti sono stati Gandhi, Martin Luther King, Nelson Mandela che hanno rotto gli schemi, mantenendo però due qualità indispensabili: coerenza e perseveranza.
Essere disobbediente significa essere coraggiosi. Significa essere consapevoli della propria crescita interiore, di voler avere uno scopo per sé stessi e per gli altri. Riconoscere la propria unicità non significa anteporre sé stessi agli altri, anzi. Significa privilegiare la relazione con gli altri.
Lo afferma in modo essenziale ed ineccepibile Vito Mancuso:
Essere un filo di un indumento più grande: forse è questo il senso ultimo del mio essere. Essere me stesso, senza confondere la mia specificità di filo diverso da ogni altro, e insieme, però, unirmi ad altri fili, perché un filo ha senso solo se si unisce ad altri fili, come una nota ha senso solo se si unisce ad altre note, come una lettera ha senso solo se si unisce ad altre lettere e così forma parole, e poi frasi, periodi, magari anche racconti, novelle, romanzi, poesie
In questi tempi un po’ bui, forse fermarsi a riflettere, ad acquisire consapevolezza , a riconoscerci come individui e non come individualità, ci aiuterebbe a vivere meglio e a non subire.
Perchè una realtà non ci fu data e non c'è; ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere; e non sarà mai una per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile". Pirandello
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